Potenziamento Alta velocità nel bolognese: danni alle imprese agricole
Cia sulla proposta della realizzazione della linea ferroviaria, Notari: “Un inutile consumo di terreno fertile e un orribile impatto visivo oltre ogni limite”
BOLOGNA – “Un inutile consumo di terreno fertile e un orribile impatto visivo oltre ogni limite: questo comporterebbe il potenziamento della linea ferroviaria Bologna – Castel Bolognese, una proposta che danneggerebbe l’agricoltura e che comporterebbe la creazione di un rilevato alto fino a 18 metri.
Meglio investire sulla prima ipotesi progettuale che prevedeva un allargamento dell’attuale rete ferroviaria, permettendo di limitare l’impatto sul territorio riqualificando così le aree limitrofe all’attuale ferrovia”.
Il commento è di Alberto Notari, presidente di Cia Emilia Centro (che raggruppa le province di Modena e Bologna), che punta il dito su una scelta che va contro i principi più volte sottolineati dalla Confederazione “e sempre rivendicata da amministrazioni comunali nonché dalle autorità nazionali”, precisa Notari.
Rete Ferroviaria Italia (Rfi), riguardo al potenziamento della Direttrice Adriatica (con caratteristiche di Alta velocità e Alta Capacità, di cui la tratta Bologna-Castel Bolognese) rappresenta, infatti, il primo tratto, con il quadruplicamento della linea ferroviaria storica.
“Il territorio sarebbe danneggiato – prosegue Notari – con numerose imprese agricole coinvolte che vedrebbero sottrarsi terreni fertili. La viabilità è importante, ma non bisogna scartare a priori alternativa valide e meno impattanti, come appunto l’affiancamento alla attuale linea ferroviaria”.
Adelmo Romagnoli dell’area in cui dovrebbe passare la linea per innestarsi in affiancato all’autostrada racconta, “taglierebbe in due il mio podere e in diagonale”. Il fondo dell’agricoltore è di 3,5 ettari e l’abitazione è distante solo 35 metri. “Sono racchiuso in un cuneo tra la ferrovia esistente e il nuovo tracciato, se non cambiano idea, ci crea un grande disagio dovuto alla viabilità, nonché alle utenze di Gas, acqua ed energia elettrica che dovrebbero essere ripristinate”.
Stessa situazione per Magda Minarelli che rimarrebbe incastrata tra l’autostrada e la ferrovia.
“Subiremmo una forte svalutazione di terreni e casa – spiega -. Poi anche la viabilità sarà stravolta. Rfi avrebbe escluso l’affiancamento alla linea esistente per i disagi che ne deriverebbero nella realizzazione del tracciato – prosegue – scaricando i problemi sugli agricoltori. Ci rendiamo conto dell’importanza dell’opera – conclude – ma auspichiamo che ci sia un ripensamento e che vengano tenute in considerazione le nostre rimostranze”.