Etichetta a semaforo: agricoltori penalizzati e consumatori disinformati
Si chiama in Nutriscore ed è il sistema di etichettatura degli alimenti francese, che molti paesi – Germania, Paesi Bassi e Spagna – stanno già raccomandando e che potrebbe diventare quello adottato a livello europeo. È basato su una tabella nutrizionale che identifica i singoli nutrienti dei cibi e assegna punteggio basato sui colori, dal rosso al verde, per garantire, almeno in teoria, un accesso più consapevole ai prodotti confezionati. Particolarmente penalizzati dal nutriscore gli zuccheri e i grassi saturi con il rischio di vederli eliminati dalla dieta.
Ma, come spiegano Cia-Agricoltori Italiani Ferrara e Confconsumatori Ferrara si tratta di un’etichetta fuorviante, innanzitutto perché va contro il principio fondamentale della Dieta Mediterranea: mangiare in maniera sana ed equilibrata senza eliminare alcun nutriente.
“Per la nostra associazione – spiega Stefano Calderoni, presidente di Cia Ferrara – il nutriscore è sbagliato per due ragioni essenziali: induce il consumatore in errore, perché il sistema dei colori “a semaforo” si basa su una mera analisi chimica dei contenuti dei cibi commercializzati. E naturalmente perché penalizza i nostri prodotti Dop e Igp, facendo un vero e proprio “regalo” alle grandi aziende che si stanno già organizzando per “creare” in laboratorio cibi con un punteggio positivo. Faccio un esempio per chiarire meglio: la nostra Salama da Sugo, che contiene per “disciplinare” una serie di ingredienti imprescindibili, avrebbe una pessima classificazione perché ha molti grassi saturi, così come il Prosciutto di Parma o il Parmigiano Reggiano. Prodotti “rossi” che potrebbero addirittura apparire dannosi per la salute con un danno incalcolabile per il nostro sistema agroalimentare. Per questo da Ferrara abbiamo deciso di far partire una vera e propria battaglia per dire un fermo no al nutriscore, iniziando con la richiesta a tutti i Comuni del territorio di inserire all’ordine del giorno dei loro Consigli un altrettanto netto rifiuto a questo sistema di etichettatura, anche per sensibilizzare i consumatori che hanno il diritto a essere informati con etichette chiare e corrette”.
Anche Antonio Frascerra, presidente di Confconsumatori Ferrara, ha ribadito l’importanza di bloccare l’adozione di questa etichetta a livello europeo, per evitare la disinformazione ai consumatori. “Il nutriscore non è solo fuorviante, ma paradossale perché fornisce “verdetti” di salubrità sugli alimenti, non informazioni date su basi scientifiche. Succede per due ragioni: gli alimenti complessi, come sono spesso le nostre eccellenze agroalimentari, sono ridotti a singoli ingredienti e la scala di valutazione si basa sui 100 gr di prodotto.
In questo modo, ad esempio, la pizza ha un ottimo punteggio mentre l’oliva è “rosso” ed è, come dicevo, fuorviante perché è difficile che un consumatore usi 100 gr di olio per condire l’insalata, così come è strano che mangi solo 100 grammi di pizza, quando una porzione abituale è di 300 gr. Per questo siamo insieme a Cia Ferrara per sensibilizzare innanzitutto i territori e contemporaneamente spingere le nostre associazioni a lavorare anche a livello nazionale ed europeo perché si scelgano etichette trasparenti, che raccontino l’origine dei prodotti e aiutino davvero i consumatori a scelte alimentari consapevoli”.