Condifesa
Non c’è accordo tra le associazioni agricole ferraresi: ora occorre votare
Caro Socio, Cara socia
Siamo rammaricati nel certificare l’indisponibilità da parte di Coldiretti Ferrara nel perseguire con un accordo unitario per la gestione del Consorzio di Difesa di Ferrara.
Riteniamo questo un significativo passo indietro nella logica di un sostegno effettivo alle imprese agricole del territorio a cui non giovano queste incomprensibili divisioni. Da una parte Cia, Confagricoltura e Copagri, che da tempo lavorano con ostinazione sul terreno dell’unità e Coldiretti dall’altra.
Ne consegue che il consorzio estense – secondo in Italia per volumi di valore assicurato delle produzioni agricole – che associa aziende in oltre 100 comuni in tutta la regione Emilia-Romagna ed ha il principale obiettivo di sostenere la difesa attiva e passiva delle produzioni agricole e zootecniche, sarà ancora una volta terreno di battaglia.
Ciò che più lascia l’amaro in bocca è stato che ad un primo ed interessato segnale di disponibilità sia seguito un incomprensibile cambio di rotta in poco meno di 10 giorni.
Ufficialmente le motivazioni sarebbero il tentativo di annullare le loro progettualità ed in particolare l’obiettivo di dar vita ad un unico Condifesa regionale. Peccato che si dimentichino di ricordare che non sono state le organizzazioni ferraresi a bocciare il loro progetto, bensì i soci dei Condifesa di Bologna e Ravenna che hanno già respinto l’ipotesi facendo decadere nei fatti il progetto di un Condifesa unico.
A questo si aggiunge che attualmente i costi per Ferrara sono lo 0,18 (in assoluto i più bassi della regione) ed è nostro obiettivo difendere la qualità dei risultati conseguiti.
Se qualcuno si domandasse se per caso fossimo contrari a processi aggregativi la risposta è secca: no.
Lo dimostra il fatto che proprio in questi giorni siamo chiamati a votare il processo di fusione con il Consorzio di Bologna e con lo stesso presidente di Coldiretti abbiamo esplicitato la nostra disponibilità a valutare, in futuro, nuovi processi di aggregazione.
Ciò che riteniamo giusto infatti, prima di fondere esperienze diverse, è conoscere perfettamente la situazione patrimoniale dei consorzi con cui dobbiamo avviare relazioni per evitare che sulle nostre spalle, attraverso azzardati processi di fusione, ricada il peso di eventuali errori di gestione di altri consorzi della regione.
L’invito che rivolgiamo ai soci Cia è di andare a votare, di partecipare alle assemblee per vincere queste elezioni dando, in modo inequivocabile, un segnale di sostegno nei confronti di chi si adopera con convinzione per l’unità del mondo agricolo e degli agricoltori.
Stefano Calderoni
Presidente provinciale Cia Ferrara