Una piattaforma a difesa delle pensioni: l’ha presentata in due incontri (Cesena e Modena) l’associazione pensionati Anp-Cia a sette parlamentari
Due incontri, uno realizzato in Romagna, a Cesena, ed un altro svolto in Emilia, a Modena, per presentare le proposte dell’Anp Cia a Parlamento e Governo un documento propositivo per un sistema pensionistico e sanitario adeguato, in vista della prossima Legge di bilancio.
Li ha realizzati l’associazione regionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna in due date distinte per dare maggiore enfasi ad una piattaforma “a difesa di pensioni, diritti civili, riforma opzione donna”, ha detto Pierino Liverani, presidente regionale e vicepresidente nazionale dell’Anp.
“Siamo per una Sanità universalistica, e pubblica – ha esordito Liverani – parlando ad una platea di agricoltori e parlamentari di numerosi schieramenti politici, presenti alle iniziative ed anche collegati via web -. Abbiamo un grosso difetto: ci battiamo per vivere più a lungo possibile, con dignità, e pretendiamo cure e servizi adeguati. Ci preoccupiamo, di vivere un invecchiamento più attivo possibile e ci arrabbiamo quando qualcuno tenta di definirci un peso per la società”.
Liverani ha ricordato il ruolo dell’Anp nel difendere le “pensioni minime dignitose e per i diritti pensionistici dei lavoratori autonomi”. Il documento che andrà al Parlamento prevede, infatti, un aumento delle pensioni minime, “un minimo di 780 euro mensili – ha aggiunto -, parametro indicato dalla Ue, ma purtroppo con gli effetti inflattivi subiti e in atto questa soglia si sta superando abbondantemente. Noi non chiediamo l’elemosina – ha rimarcato Liverani – ma una dignitosa retribuzione per chi ha lavorato una vita intera e pagato i contributi richiesti.
Ci sta molto a cuore, inoltre, la pensione di garanzia per i giovani agricoltori, e di quei lavoratori a contribuzioni discontinue. È impensabile immaginare di andare in pensione con 400-450 euro al mese dopo una vita di lavoro e di contributi. I recenti provvedimenti come l’aumento a 600 euro per gli over 75, per un anno, e la riduzione delle bollette sono segnali positivi ma assolutamente insufficienti: si tratta di briciole”.
I pensionati al minimo, cioè coloro che non superano i 600 euro mensili, (all’incirca 2,5 milioni) non sono per l’Anp in condizione di soddisfare le proprie esigenze basilari.
“Poi c’è il problema delle aree interne, specialmente collinari e montane: se non si interviene sui servizi si spopolano sempre di più con un grave danno per l’agricoltura e l’ambiente – ha detto ancora Liverani -. C’è bisogno di garantire la presenza umana in quei territori e chiediamo pertanto un rilancio di quelle aree”.
Sul welfare, Liverani ha manifestato con preoccupazione “il silenzio assordante attorno ai temi della sanità pubblica i cui servizi sono in forte peggioramento e gli anziani hanno sempre più difficoltà ad accedere alle cure e ai servizi di prima necessità, specialmente nelle zone interne.
Dopo il Covid si doveva avviare una fase di investimenti, anche per recuperare i ritardi accumulati per visite ed interventi, invece si procede verso una fase di definanziamento: se si smembra la sanità pubblica, sarà, una andata senza ritorno e una catastrofe per i ceti sociali più deboli, anziani per primi. Occorre utilizzare al meglio le risorse del Pnrr per l’assistenza domiciliare, le case di comunità, i servizi sulla non auto sufficienza”.
Liverani ha sottolineato che queste iniziative dell’Anp sono l’inizio di un percorso di confronto con tutto il mondo politico e di governo che troverà il suo culmine nell’autunno con iniziative locali e nazionali di rivendicazione e di mobilitazione. Il presidente Anp ha, infine, ribadito l’urgenza di assicurare sostegno a tutti coloro che hanno subito la devastazione della alluvione e dei movimenti franosi nel territorio regionale.
Stefano Francia, presidente Cia Emilia Romagna: “per la nostra regione il grande disagio dei ‘nonni’ è rappresentato dalle conseguenze post – alluvione”
“Stiamo presentando la nostra piattaforma in tutte le regioni per giungere ad una incisiva iniziativa nazionale – ha detto il presidente di Cia Emilia Romagna Stefano Francia – e per la nostra Regione il grande disagio dei pensionati è rappresentato dalle conseguenze post-alluvione, in cui molte persone anziane si sono trovate ad abbandonare la casa con risvolti psicologici negativi. Poi c’è un dettaglio importante, quello della mancanza di risorse, che tardano ad arrivare e che porta le imprese associate in uno stress economico troppo forte con il rischio ‘cedere’ al disinvestimento in azienda, vanificando gli obiettivi del Psr. Non possiamo portare gli imprenditori a fare retromarcia – ha concluso Francia – perché abbandonare i campi e inselvatichire l’ambiente aumenta solo il pericolo di dissesto frane e mette a rischio il territorio”.
Valeria Villani, vicepresidente di Cia Emilia Romagna, ha sottolineato l’importante ruolo che possono svolgere i corpi intermedi, “e Cia, a fianco degli agricoltori, porta avanti le azioni per rafforzare questa interazione con le istituzioni – ha detto -. Registriamo però una notevole distanza tra politica e territorio, in modo particolare dall’ agricoltura. I giovani di oggi che operano nel settore primario andranno in pensione domani con importi veramente bassi”. Villani ha poi sollevato la problematica della parità dei diritti “in un mondo in cui le donne vorrebbero e dovrebbero essere incluse maggiormente ma – ha concluso – con gli impegni verso la famiglia e la cura degli anziani, non trovano il tempo per essere non solo inquadrate come quote rosa, ma come parte attiva”.
Questi i parlamentari intevenuti: on. Beatriz Colombo (Fdi), on. Ouidad Bakkalì (PD), on. Andrea Gnassi (PD), on. Stefano Vaccari (PD), sen. Elena Murelli (Lega), on. Daniela Dondi (Fdi), on. Ilenia Malvasi (PD), vicesindaco di Modena Gianpietro Cavazza.