EMILIA ROMAGNA

COMUNICATI STAMPA

Per i suini son tornati tempi duri

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IN CALO DEL 27% LE QUOTAZIONI CUN NEGLI ULTIMI MESI. GIÙ ANCHE LA REDDITIVITÀ

DALLA REDAZIONE – Sta suscitando allarme tra gli allevatori suinicoli, dopo un paio d’anni in terreno positivo, l’andamento del mercato di settore negli ultimi mesi. Secondo l’ultima newsletter del Crefis (Centro ricerche economiche sulle filiere suinicole), nel mese di febbraio, la redditività degli allevatori italiani ha continuato a peggiorare (-2,8% la variazione congiunturale), toccando il livello più basso da febbraio del 2016.

L’indice si è inoltre confermato al di sotto anche di quello dello stesso mese del 2018: -17,0%. Di contro, risulta in aumento, invece, la reddittività dei macellatori con una variazione congiunturale del +2,0%. Il dato si mantiene al di sopra anche a quello dello scorso anno (+7,4%). Insomma, le quotazioni rilevate dalla Commissione unica nazionale (Cun) di Mantova, sono in costante calo almeno dallo scorso ottobre, arrivando a costituire motivo di preoccupazione molto forte per gl’imprenditori attivi in questo settore. In febbraio – aggiunge la nota del Crefis – vi è stato un ulteriore calo delle quotazioni degli animali da macello, mentre sono continuati a crescere quelli dei suini da allevamento. Andamento al ribasso si è registrato anche per i principali tagli di carne suina fresca ad eccezione del lardo.

Continua il periodo negativo anche dei prosciutti di Parma stagionati, che hanno toccato valori che non si riscontravano dal 2015/2016. Ad aggravare lo scenario negativo, la newsletter dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza rileva come in febbraio (come detto) la redditività degli allevatori italiani ha continuato a peggiorare (-2,8% rispetto al mese precedente), fermandosi a valori che non si registravano da febbraio del 2016. Entrando nel merito, tale andamento è da ricercare nel forte calo di prezzo subìto dai suini da macello pesanti, che non ha consentito di sfruttare il momento favorevole dal punto di vista delle materie prime utilizzate per l’alimentazione. L’attuale livello resta ben al di sotto dei livelli raggiunti lo scorso anno (-17,0%).

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