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COMUNICATI STAMPA EMILIA CENTRO

Mano d’opera nei campi: Covid e ‘competizione’ con altri settori lavorativi fanno scendere la disponibilità di operai agricoli

Alberto Notari (Cia Agricoltori Italiani): se va avanti così mancheranno lavoratori per la raccolta della frutta

L’imprenditore agricolo di Mirandola, Luigi Golinelli, segnala anche la scarsa propensione alle vaccinazioni da parte di lavoratori dell’Est Europa: “mancano molti stagionali anche per questo motivo”

MODENA – “Sono molteplici i fattori che determinano la scarsa disponibilità di mano d’opera nei campi, e non è solamente l’emergenza sanitaria che ha di fatto sollevato una ‘barriera’ inibendo la circolazione delle persone, ma è un insieme di cause che rallenta il reclutamento di personale e collaboratori nelle campagne”. Alberto Notari, vice presidente di Cia – Agricoltori Italiani Emilia Centro (associazione agricola che aggrega le province di Modena e Bologna), lancia l’allarme mano d’opera per l’annata agraria.

“Siamo solo all’inizio dell’anno – commenta Notari – e i segnali che giungono non sono confortanti. In questo periodo è in corso la potatura e le imprese hanno difficoltà a trovare operai agricoli. E non è solo un problema di formazione, risolvibile, ma mancano lavoratori provenienti da altre nazioni che, oltre ad avere impedimenti per via del Covid, trovano altra occupazione anche nel settore edile che in questo periodo sta lavorando molto”.

Insomma, una sorta di ‘competizione’ tra settori nel reperire collaboratori.

“Se la stagione è all’inizio, figuriamoci nel periodo della raccolta quando le imprese avranno bisogno di molto personale e, a differenza di anni fa, sono sempre meno gli studenti disponibili nei periodi estivi per raccolta di frutta e ortaggi ”. Un altro fattore che ha influito negativamente sul flusso di lavoratori è stata la stagione passata in cui, a causa di gelate e perdite di prodotto, le imprese hanno limitato le assunzioni per mancanza di produzione, costringendo di fatto i lavoratori a trovare soluzioni alternative che in molti casi sono diventate stabili in altri settori o in altri Paesi.

“Fortunatamente per il momento ci stiamo arrangiando – dice Luigi Golinelli, imprenditore di Mirandola – perché il meteo ci ha aiutato e non abbiamo perso giornate utili per la potatura, ma se così non fosse stato, con la penuria di operai agricoli saremmo stati in serie difficoltà. Inoltre – prosegue Golinelli – in base alla mia esperienza ho registrato una scarsa propensione verso il ciclo di vaccinazioni anti Covid e molti stagionali provenienti dall’Europa dell’Est non vogliono ricorrere alla prevenzione: anche per questo motivo mancano lavoratori”.

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