L’impegno delle donne nell’agricoltura sociale: un convegno a Fidenza (Parma) ha messo in luce le numerose opportunità
PARMA, 10 MARZO 2023 – L’agricoltura sociale, la produzione di erbe officinali e le bioeconomie. Tre ambiti sui quali puntare per far crescere l’imprenditoria agricola femminile in Italia che oggi conta 200mila operatrici delle quali 12mila in Emilia Romagna, la maggior parte under 35.
Questi i temi al centro del convegno “L’innovazione sostenibile” promosso dall’associazione Donne in Campo – Cia dell’Emilia Romagna presso l’Istituto Agrario Solari di Fidenza in occasione delle celebrazioni dell’8 marzo, evento che si è avvalso della collaborazione dell’Università di Bologna con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.
Donne in campo – Cia: “l’agricoltura ha il grande pregio di accogliere tutti e di essere pienamente inclusiva”. In Italia 200mila imprenditrici agricole, delle quali 12mila in Emilia Romagna, la maggior parte under 35
“Le donne – ha sottolineato Miriana Onofri, presidente Donne in Campo – Cia Emilia Romagna – hanno un ruolo centrale nel promuovere lo sviluppo rurale contribuendo alla sicurezza alimentare e alla sostenibilità ambientale. Sono protagoniste di un’Italia inclusiva e resiliente. Ma ci sono ancora dei vuoti normativi da colmare: è necessario investire nella previdenza, nell’integrazione del reddito, nella tutela del lavoro di cura della donna per la famiglia; nell’adeguamento dei periodi di maternità e congedo parentale, nella parità salariale”.
Temi al centro dell’intervento dell’assessora regionale Barbara Lori: “In molti ambiti si fa ancora fatica a parlare di parità. La nostra Regione si è impegnata con la legge per i cargiver e con la legge sull’agricoltura sociale che rappresenta un’opportunità straordinaria di diversificazione del reddito delle aziende agricole, generando dinamiche virtuose”.
Ilaria Marotti, docente del dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna, ha parlato delle opportunità del settore delle piante officinali: “Attualmente sono circa 3mila le aziende impegnate in questo comparto in Italia per una superficie complessiva di 9.000 ettari e la coltivazione di 130 piante officinali. Gli spazi di crescita ci sono se consideriamo che la produzione italiana soddisfa al massimo il 30% del fabbisogno nazionale, il resto viene importato. Per crescere bisogna puntare sulla qualità delle produzioni”.
Nell’incontro si è parlato anche di piante officinali: 3mila le aziende impegnate in questo comparto in Italia per una superficie complessiva di 9.000 ettari per la coltivazione di 130 diverse piante
Ilaria Marotti (Università di Bologna): “la produzione italiana soddisfa al massimo il 30% del fabbisogno nazionale, il resto viene importato”
Ha concluso i lavori il presidente regionale di Cia Stefano Francia. “Viviamo in un contesto sempre più complicato sul piano climatico e della carenza di manodopera. Avere tecnologia efficiente al servizio delle imprese è fondamentale. Così come determinante è riuscire a lavorare in sinergia con le università e la Regione. Esperienze come quelle delle fattorie didattiche ci dimostrano come l’agricoltura abbia il grande pregio di accogliere tutti, di essere pienamente inclusiva”.
Il convegno si era aperto con i saluti di “casa” di Luciana Rabaiotti, dirigente scolastica dell’Istituto agrario Solari al quale Donne in Campo ha donato 500 euro per finanziare un progetto di formazione dei ragazzi, e del presidente di Cia Parma Simone Basili, ex studente del Solari.
Piante officinali e impegno nell’agricoltura sociale: le testimonianze di Giovanni Fiamminghi ed Elisa Lorenzani
Nel corso della mattinata hanno portato le loro esperienze due imprese del parmense. L’Azienda agricola “Golena Aperta” di Giovanni Fiamminghi a Mezzani (Parma) è di due ettari e mezzo destinati alla sperimentazione sulle erbe aromatiche ed officinali e sugli ortaggi destinati alla vendita diretta e ai mercati contadini e rionali.
Sulle fattorie didattiche ha raccontato la propria esperienza Elisa Lorenzani dell’azienda “AsiNando” di a Sala Baganza (Parma). Sui primi colli parmensi gli asini Maurizio, Giannetta, Viola e Cristino accolgono scolaresche, persone diversamente abili, anziani delle case di riposo e persone che hanno intrapreso un percorso di cura per far riscoprire il piacere di vivere con lentezza e a diretto contatto con la natura ed i suoi ritmi terapeutici.