Il deficit di pioggia rispetto alle media annuale bolognese è del 30%
BOLOGNA- A conclusione della stagione irrigua, il Consorzio di Bonifica Renana traccia un bilancio dell’attività svolta nel corso della lunga estate siccitosa.
“Ad oggi, (21 settembre, ndr) il deficit di pioggia 2022 rispetto alla media annuale bolognese è ancora del 30% – spiega in una nota la Renana -. Inoltre, semine e colture invernali, già ad inizio della campagna, hanno scontato che i deficit di umidità del suolo derivati dalla scarsità di piogge anche nel biennio precedente. Quindi il Consorzio ha anticipato la distribuzione irrigua per alcune coltivazioni già da fine febbraio”.
L’erogazione tuttavia non è ancora finita perché l’irrigazione sulle produzioni orticole e sui frutteti, con le attuali condizioni climatiche si protrae fino alla metà di ottobre.
“La fase gestionale più critica per quest’anno è alle spalle – prosegue il comunicato – infatti, nei 3 mesi di maggio, giugno e luglio 2002, oltre alle mancate piogge, si sono registrate le temperature più elevate degli ultimi sessant’anni. La combinazione dei due fattori ha influenzato anche molte produzioni. Per questo, la possibilità irrigua è stata determinante per salvare le colture. In un trimestre eccezionale, come quello appena finito, grazie anche ad un impegno lavorativo e gestionale incrementato almeno del 40% rispetto alla media, la Bonifica Renana è riuscita a fornire l’acqua necessaria ad ogni ettaro e ad ogni azienda che ne ha fatto richiesta”.
Il consorzio di Bonifica Renana porta a sintesi i dati della gestione irrigua che è stata messa a dura prova dalla prolungata siccità
La criticità climatica eccezionale è stata superata grazie anche al programma ‘Acqua Virtuosa’ che mette in condizione il Consorzio di conoscere dall’inizio dell’anno le esigenze irrigue di ogni singolo appezzamento coltivato, e ciò consente di prevenire le criticità locali.
“Con strumenti ad hoc, come le turnazioni e prescrizioni specifiche, ad esempio sui secondi raccolti – precisa ancora la Renana – è stato possibile assolvere tutte le richieste di utilizzo irriguo. Ma, a fare la differenza, è stata la comunicazione continua e diretta tra i 25 operatori che in Consorzio gestiscono l’irrigazione ed i singoli agricoltori: questo ha consentito sia un controllo capillare di ogni litro d’acqua distribuito, sia l’elasticità di intervento per favorire lo scambio sul posto delle dotazioni irrigue, in base alle condizioni reali delle coltivazioni”.
Con questa stagione emergenziale è cresciuto l’impegno della struttura. “Se da un lato – commenta Valentina Borghi, presidente del Consorzio – l’accresciuto impegno del personale era già messo in conto, l’incognita principale è il costo energetico. Il 90% dell’acqua per l’irrigazione della pianura bolognese viene pompata dal fiume Po e con le tariffe elettriche esplose il costo della distruzione per il Consorzio è almeno raddoppiato nel 2022. Si è in attesa, come tutto il mondo produttivo, di un deciso intervento governativo per salvaguardare l’economia di un intero settore. Ricordando che l’eccezionalità delle altissime e prolungate temperature connessa all’aridità dei suoli, ha già provocato una netta contrazione dei raccolti e quindi dei redditi agricoli bolognesi di quest’annata”.