Gli interventi della misura “pagamenti agro-climatico-ambientali” del Psr 2014-2020 per il paesaggio e per la biodiversità
Gianfranco De Geronimo
*Posizione Organizzativa Agro-biodiversità ed eco-condizionalità Servizio Agricoltura Sostenibile D.G. Agricoltura Caccia e Pesca
BOLOGNA – Gli Interventi a favore del paesaggio e della biodiversità della programmazione di sviluppo rurale 2014/2020, che fanno parte dei tipi di operazione della misura “Pagamenti agro climatici ambientali”, sono i seguenti:
• il tipo di operazione 10.1.09 “Gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000 e conservazione di spazi naturali e seminaturali e del paesaggio agrario (10 anni di impegno)”
• il tipo di operazione 10.1.10 “Ritiro dei seminativi dalla produzione per venti anni per scopi ambientali e gestione dei collegamenti ecologici dei siti Natura 2000 (20 anni di impegno)”
Il tipo di operazione 10.1.09 prevede, il mantenimento dei seguenti elementi caratteristici del paesaggio agrario tradizionale dell’Emilia Romagna: piantate e/o alberi isolati o in filare; siepi e/o boschetti; stagni e laghetti; maceri, risorgive e fontanili.
Con l’adesione il beneficiario si impegna per 10 anni a rispettare gli impegni (o norme tecniche) e gli altri requisiti previsti per la gestione degli elementi. A fronte del rispetto degli impegni sono previsti sostegni finanziari per ogni anno del decennio pari a 0,08 euro/mq/anno per le piantate e/o alberi isolati o in filare, per le siepi e/o boschetti e di 0,10 euro/mq/anno per gli stagni e laghetti e per i maceri, le risorgive e i fontanili.
Il tipo di operazione 10.1.10 prevede, il mantenimento dei seguenti ambienti per la fauna e la flora selvatiche o per funzioni di collegamento paesaggistico ed ecologico: prati umidi e complessi macchia-radura per la tutela della fauna e della flora selvatiche, ambienti variamente strutturati per funzioni di collegamento paesaggistico ed ecologico. Con l’adesione il beneficiario si impegna per 20 anni a rispettare gli impegni (o norme tecniche) e gli altri requisiti previsti per la gestione degli ambienti. A fronte del rispetto degli impegni sono previsti sostegni finanziari per ogni anno del ventennio per i prati umidi e 1.000 euro/ettaro/anno per gli altri ambienti. Nel caso di superfici di collina e montagna sono previsti aiuti per 500 euro/ettaro/anno per i complessi macchia-radura e per gli ambienti variamente strutturati.
In figura 1 si riportano le limitazioni geografiche di applicazione per fasce altimetriche.
Come si evidenzia dalla Fig. 1 questi tipi di operazione sono rivolti principalmente in pianura dove maggiormente si risente delle pressioni esercitate sugli agro-ecosistemi, ma in particolare sono attuati prioritariamente nelle zone Natura 2000 e nelle altre zone soggette a vincoli naturali.
Gli impegni e gli altri requisiti devono essere rispettati per tutto il periodo di impegno (pena l’esclusione o la riduzione dei sostegni finanziari o la restituzione degli aiuti già percepiti nei casi più gravi) e mirano ai seguenti principali obiettivi: assicurare la tutela degli elementi del paesaggio e degli ambienti; assicurare rifugio, alimentazione e successo riproduttivo della fauna selvatica (prioritariamente per le specie di interesse comunitario); tutelare le specie vegetali autoctone e pregiate; attuare il contenimento delle specie aliene.
Tra le finalità generali connesse all’attuazione di tali interventi e tratte dal Psr 2014-2020, risultano: il mantenimento e la gestione ottimale degli ambienti e degli elementi del paesaggio agrario già realizzati con le passate programmazioni e il contrasto alla frammentazione di tali elementi ed ambienti nel territorio agricolo regionale.
Per evidenziare invece l’importanza della misura “Pagamenti agro climatici ambientali” nell’ambito delle politiche regionali agricole ed ambientali, ed in particolare dei tipi di operazione dedicati alla biodiversità e al paesaggio, si premette che il Psr per poter essere approvato dall’Unione Europea, deve prevedere obbligatoriamente la misura “Pagamenti agro climatici ambientali”, mentre l’adesione a tale misura da parte dei beneficiari è volontaria.
Questa caratteristica generale delle misure agroambientali, fa sì che gli interventi previsti siano richiamati, e promossi, quali “misure volontarie” nell’ambito di altre programmazioni regionali di natura ambientale, ulteriormente al regime prescrittivo disposto a carico delle aziende agricole.
A tal proposito si citano la Direttiva “Nitrati” o la Direttiva “sull’uso sostenibile dei fitofarmaci”, che per concorrere al perseguimento degli obiettivi di tutela ambientale prefissati, promuovono nei recepimenti regionali le adesioni volontarie di interventi della misura “Pagamenti agro climatici ambientali”. Un caso particolare è rappresentato dal recepimento regionale delle Direttive “Habitat” e “Uccelli” che danno attuazione alla Rete Natura 2000; in tal caso le norme prescrittive dispongono che l’adesione volontaria ai soprarichiamati tipi di operazione 10.1.09 e 10.1.10, determinano un vincolo di destinazione permanente delle superfici impegnate, anche dopo la scadenza dell’impegno decennale o ventennale.
C’è da rimarcare l’importanza dei tipi di operazione 10.1.09 e 10.1.10 anche in relazione al fatto che si tratta di interventi già attuati a partire dalla prima metà degli anni novanta con l’applicazione del Regolamento Cee n. 2078/1992 (sempre con impegni di durata decennale e ventennale) e che pertanto sono superfici che, per una buona parte, ospitano ambienti ed elementi ormai quasi trentennali.
A tal proposito, evidenzio che i risultati ottenuti in termini di applicazione, sono stati più che soddisfacenti (tali per cui gli interventi del Psr Emilia Romagna sono stati individuati alla fine degli anni 90’ dalla Commissione europea come best pratices) almeno fino all’attuazione di Sviluppo rurale 2000-2007 (vedi fig. 2 e 3). Inoltre, il successo del perseguimento degli obiettivi prefissati dai tipi di operazione ricordate, è testimoniato dal fatto che le superfici impegnate già con il Regolamento Cee n. 2078/1992 sono state individuate come aree della Rete Natura 2000.
Occorre a questo punto, descrivere un elemento innovativo delle politiche comunitarie nazionali e regionali, intervenuto a partire della programmazione di sviluppo rurale successiva al 2007. Tale elemento è rappresentato dalla “condizionalità” che è stato disposto a partire dalla Regolamentazione della Pac 2007-2014 e che è costituita da una normativa complessa che, se non rispettata, determina il rifiuto del pagamento o la riduzione dei pagamenti sia nel I° che nel II° pilastro.
Si definisce normativa di base o “Baseline” e si tratta di Regolamenti e Direttive dell’Ue, i “criteri di gestione obbligatori” (Cgo) e di norme stabilite direttamente dagli Stati membri sulla base di specifiche finalità ambientali prefissate dalla regolamentazione dell’Unione, le “buone conduzioni agronomiche ambientali” Bcaa. Si definisce “di base” in quanto i requisiti degli impegni delle misure agro climatico ambientali (per essere approvati) devono superare i requisiti previsti dalle norme di condizionalità, ma anche perché i pagamenti degli impegni delle misure agro climatico ambientali, compensano solo il differenziale, in termini di maggiori costi e mancati redditi, determinato dai requisiti degli impegni stessi in rapporto ai requisiti di condizionalità.
Tra i requisiti dei Cgo ritroviamo i recepimenti nazionali e regionali delle Direttive “Habitat” e “Uccelli” e tra i requisiti della Bcaa troviamo quella finalizzata al mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio agrario. In conseguenza di tale elemento di innovazione sono apparse problematiche di svariata natura: di controllo, di pagamento e non ultimo di vincolo di destinazione permanente delle superfici impegnate con i tipi di operazione 10.1.09 e 10.1.10.
A tale situazione si sono aggiunti gli strumenti di pianificazione urbanistica che, vista la situazione di emergenza in pianura causata dalla mancanza di tali elementi e ambienti, vincolano permanentemente la destinazione delle superfici agricole impegnate con tali tipi di operazione.
È interessante notare che a partire dalla programmazione 2007- 2014, e più marcatamente nella Programmazione 2014-2020, si è verificata una forte tendenza al rifiuto all’adesione ai tipi di operazione in argomento da parte delle aziende agricole, tale da determinarsi una cospicua riduzione delle superfici impegnate nel 2020, sia per il tipo di operazione 10.1.09 che per il tipo di operazione 10.1.10 rispetto a quelle impegnate nel 2004 (cfr. fig.2, 3, 4, 5 e 6).
Dai dati esposti evidenziano che la riduzione delle superfici impegnate nel tipo di operazione 10.1.10 è meno marcata rispetto alle superfici del tipo di operazione 10.1.09. Le motivazioni sono da correlare non solo al livello di aiuti più elevati, ma anche alla possibilità di utilizzazione degli ambienti oggetto del tipo di operazione 10.1.10 nell’ambito delle attività faunistico venatorie che offrono alle aziende agricole opportunità di redditi ulteriori rispetto alla produzione di beni primari.
Infine in fig. 7 e 8 si riportano le distribuzioni territoriali delle superfici impegnate al 2020, rispettivamente dei tipi di operazione 10.1.09 e 10.1.10.
L’importanza delle misure agroambientali
L’importanza che questi interventi ricoprono per la biodiversità in generale, si evidenzia sempre più nell’interesse che stanno manifestando diversi settori, pubblici e privati, dell’agricoltura e dell’ambiente. Basti evidenziare il ruolo svolto non solo per la flora e la fauna selvatica, ma anche per la stessa produzione agricola, per i pronubi o per le popolazioni di insetti antagonisti contro gli insetti fitofagi; è infatti grazie anche a questi ambienti che la popolazione di vespa samurai si è potuta insediare con successo, avviandosi pertanto il contenimento naturale della popolazione di cimice asiatica. Ma considerando l’attuale livello di gradimento dei suddetti tipi di operazione da parte delle aziende agricole a fronte degli ambiziosi obiettivi ambientali della futura Pac 2023-2027, soprattutto in tema di biodiversità, la Regione Emilia Romagna è di fronte ad una sfida molto importante. Sotto questo profilo il Servizio agricoltura sostenibile della Direzione generale agricoltura è impegnato su tutti i livelli istituzionali e in particolare su quelli regionali, per conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica in agricoltura e per la valorizzazione dei servizi ecosistemici offerti dalle aziende agricole e il ruolo che le stesse possono svolgere sul territorio per la tutela delle matrici ambientali.
*Posizione Organizzativa Agro-biodiversità ed eco-condizionalità Servizio Agricoltura Sostenibile D.G. Agricoltura Caccia e Pesca