“Gelate, api in difficoltà perché i fiori dei frutteti e dell’acacia sono andati perduti: sarà un anno nero per il settore”
È il commento di Marco Bergami, presidente di Cia – Agricoltori Italiani Centro Emilia a seguito della ennesima ondata di freddo
In Emilia Romagna gli apicoltori sono circa 3.000 gli alveari 87.536 e si stima siano stati prodotte circa 2.000 tonnellate di miele
BOLOGNA – Clima ed emergenza sanitaria stanno colpendo duro il Paese, non risparmiando il settore primario, nemmeno un comparto importante come quello dell’apicoltura. Sì perché le api, oltre a raccogliere nettare dai fiori dei frutteti, svolgono una importante funzione nel impollinare i frutteti stessi.
“Questa notte la temperatura ha raggiunto minime di 3,5 gradi sotto zero in alcune aree – osserva Marco Bergami, presidente di Cia – agricoltori Italiani Emilia Centro – una situazione che si va a sommare alle precedenti gelate notturne. Cosicché i fiori sono gelati, le api non raccolgono nettare e su un fiore ‘allessato’ l’impollinazione non serve a nulla. Inoltre gli stessi fiori di acacia, da cui le api traggono un ottimo miele, sono praticamente necrotizzati e quindi anche quest’anno sarà difficile reperirlo. Inutile dire – sottolinea Bergami- che per gli apicoltori sarà una annata difficile, come sarà impegnativo fare bilancio”.
Le api ‘bottinano’ (così si dice in termine tecnico, ndr) polline e nettare, viene quindi anche a mancare il loro nutrimento. In Emilia Romagna gli apicoltori sono circa 3.000 gli alveari 87.536 e si stima siano stati prodotte circa 2.000 tonnellate di miele.
In Italia sono presenti 55.877 apicoltori di cui, 36.206 produce per autoconsumo (65%) e 19.671 sono apicoltori con partita iva che producono per il mercato (35%). Gli apicoltori italiani detengono in totale 1.273.663 alveari e 216.996 sciami. Il 78% degli alveari totali (984.422), sono gestiti da apicoltori commerciali che allevano le api per professione. In Italia si stima siano state prodotte circa 22.000 tonnellate di miele.