PARMA

“E-commerce e cura dell’immagine dell’azienda sempre più importanti”

Cristian Calestani

PARMA – Sul piano lavorativo tutto è rimasto come prima della pandemia, tanto che le 140 vacche della Società agricola Delsante Elvezio e Saverio di San Lazzaro (Parma) sono state munte ogni giorno ed il latte trasformato in Parmigiano Reggiano, come sempre, al caseificio San Pier Damiani. Ma appena oltre i confini aziendali il mondo, alle prese con la pandemia del Covid-19, è cambiato.

E con lui anche il modo di far conoscere la propria realtà imprenditoriale, specie se, come nel caso del caseificio San Pier Damiani, si è deciso di puntare molto sulla vendita diretta e sul turismo incoming.

“Sul piano produttivo – spiega Saverio Delsante, presidente di Agia Cia Parma, affiancato al lavoro dal padre Elvezio (presidente del caseificio) e dalla moglie Roberta Sandroni – noi agricoltori abbiamo continuato a lavorare per garantire il cibo sulle tavole dei consumatori. Il cambiamento netto c’è stato, ovviamente, nelle vendite dirette, azzerate, e sul fronte dell’accoglienza turistica”.

In un mondo fermo e chiuso in casa per evitare il diffondersi dei contagi, fondamentale è risultata la cura della presenza dell’azienda nella variegata realtà virtuale: dal web ai social media.

“L’e-commerce sul quale abbiamo deciso di puntare un paio di anni fa, ci ha salvati – spiega Saverio – permettendoci di riuscire a coprire almeno i costi fissi dell’attività. Le vendite on-line sono raddoppiate nei mesi di lockdown, una crescita che ci ha sorpreso, ma che ci ha anche ripagato degli sforzi fatti un paio di anni fa quando abbiamo deciso di investire in comunicazione e promozione commerciale, specie sul web”.

Una pratica ancora poco diffusa tra le imprese agricole, ma che sta prendendo sempre più piede e che, nel mondo post Covid-19, assumerà un valore sempre più rilevante.

La presenza in rete, con il sito sanpierdamiani.com, sui social (Facebook ed Instagram) sui portali come TripAdvisor o Airbnb è qualcosa su cui si ragiona da tempo in casa Delsante: “Ma va fatto, anche questo, in modo professionale, non improvvisandosi perché il turista che visita un caseificio è alla ricerca di un’esperienza di valore per la quale bisogna essere preparati all’accoglienza, conoscere le lingue straniere, essere pronti a scendere nel dettaglio delle richieste avanzate talvolta anche da figure molto esperte come possono essere un casaro di un paese straniero, un maître fromager o un foodie.

E poi serve prontezza nella gestione delle richieste del cliente con prenotazioni fatte un giorno per l’altro”. Prima del pre-Covid la strategia ha pagato con circa 7mila visite all’anno in caseificio, con arrivi soprattutto da Usa e Francia, ma anche da Giappone e Brasile. Il futuro riserva qualche incognita in più viste le restrizioni agli spostamenti adottate in molti paesi.

“Ma noi siamo pronti a ripartire. Le agenzie di viaggio ci stanno già contattando e continueremo ad organizzare le visite. Lo faremo nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale, in maniera responsabile, rispettando le regole dei vari decreti e delle ordinanze regionali”.

Il mercato del Parmigiano Reggiano resta comunque ostico: “Il nostro problema più grande è la disgregazione dell’offerta di prodotto che ci rende deboli al confronto con la Gdo con il prezzo all’ingrosso in caduta libera nonostante i consumi siano aumentati, specie negli ultimi mesi. Nel post Covid si deve tornare a lavorare sull’aggregazione dell’offerta di prodotto”.

Non aiutano, poi, certi attacchi strumentali arrivati dai media nazionali. Il riferimento è alle accuse al mondo agricolo giunte dalla trasmissione Report: “Sul piano comunicativo dovremmo essere più strutturati. Anche a livello associazionistico organizzarci in modo che il ‘singolo socio’ possa essere formato e avere a disposizione gli strumenti necessari per difendersi da attacchi di questo genere”.

allevamenti, Delsante, parma

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