Dopo la Slovenia anche Cipro vuole ‘investire’ nell’aceto, quello balsamico
MODENA – Un’ennesima doccia fredda per un prodotto simbolo della eccellenza modenese: il Consorzio dell’aceto balsamico di Modena Igp segnala che è venuto a conoscenza (il 7 settembre scorso, ndr), e per via informale e casuale, del fatto che fin dal 22 giugno scorso Cipro ha notificato alla Commissione Europea una modifica alle proprie leggi alimentari, introducendo la possibilità di chiamare ‘aceto balsamico’ una miscela di aceto, mosto d’uva e zucchero, esattamente come già un anno fa aveva fatto la Slovenia.
“Si tratta – spiega in una nota il Consorzio che tutela il prodotto – di un attacco inaudito all’Aceto Balsamico di Modena da parte dei Paesi europei le cui leggi non prevedono la possibilità di utilizzare la denominazione ‘aceto balsamico’ per un aceto, e che cercano quindi di cambiarle per potersi appropriare del nome e sfruttare il successo dell’originale prodotto modenese Igp, conosciuto e consumato in tutto il mondo”.
Ennesimo tentativo da parte di nazioni straniere di ‘appropriarsi’ di un termine che richiama l’eccellenza delle produzioni Dop emiliane
Sono previste procedure di opposizione che il nostro Paese può attuare, ma i tempi sono stati strettissimi per poter preparare i documenti necessari.
“Tra giugno e luglio scorso – afferma Mariangela Grosoli, presidente del Consorzio -, il caso sloveno era sui media, sulla bocca di tutti e sul tavolo del Governo per la procedura di infrazione finalmente autorizzata dal Consiglio dei Ministri, grazie anche al lavoro e sostegno del Ministro Patuanelli e del Sottosegretario Centinaio: proprio per questo dispiace verificare la scarsa attenzione data dagli uffici del Mipaaf a questo caso del tutto simile a quello sloveno”.
Il Dicastero agricolo, nonostante il ritardo, ha tuttavia già avviato una procedura di diffida del termine “Aceto Balsamico” prodotto a Cipro, rispettando i tempi previsti e dettati dalle normative Ue.
“Al di là delle responsabilità che andranno comunque verificate – conclude il presidente -, ora serve un cambio di passo deciso e immediato per supportare il tanto lavoro svolto dal nostro Consorzio e da tutti i produttori. La cosa non danneggia solo, e gravemente, il nostro Consorzio e il prodotto, che oggi ha un valore di mercato di un miliardo di euro e dà occupazione a migliaia lavoratori del comparto, ma danneggia tutto il sistema delle Indicazioni Geografiche e la credibilità delle nostre Istituzioni. Chiediamo, quindi, il massimo sforzo e attenzione per reagire a questo ennesimo attacco: non possiamo permetterci altri errori o distrazioni”.
aceto balsamico, Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena