Con il maltempo frutta rossa decimata, difficili anche i trapianti di ortive
La Cia chiede lo stato di calamità naturale: “danni più ingenti di quanto si pensasse”
BOLOGNA-MODENA – Mauro Baroni, apicoltore di Crespellano, non solo ha perduto il raccolto del miele pregiato di acacia a causa del maltempo, ma il torrente Samoggia gli ha portato via anche 16 arnie che aveva posizionato ai margini del fiume: l’irruenza dell’acqua ha eroso metri di argine portandosi via gli alveari. È solo una delle situazioni critiche che segnala la Cia Agricoltori Italiani di Bologna a seguito dell’ondata di maltempo che ha portato piogge intense e freddo.
“Le conseguenze delle continue perturbazioni hanno creato forti danni a tutte le colture, da quelle frutticole alle orticole, più ingenti di quanto si pensasse – commenta Marco Bergami, presidente della Cia bolognese – ora chiediamo lo stato di calamità naturale con l’obiettivo di dare parzialmente ristoro alle aziende colpite”.
Gli apicoltori, oltre a segnalare il mancato raccolto, sottolineano che devono nutrire le stesse api per evitare una moria generale. “Sono alla fame – dice ancora Baroni – e l’istinto le porta a sciamare, con il rischio di disperdere i nuclei”. Se si calcola il costo medio di un alveare di circa 200 euro, l’apicoltore ha perduto oltre 3 mila euro, senza calcolare la perdita di produzione dell’anno in corso e di quello successivo. Grandine, pioggia, vento e sbalzi termici hanno determinato la fessurazione delle ciliegie, poi per gli orticoltori è impossibile procedere con i trapianti: “Ho 12.000 piante biologiche di zucca che non si riescono a trapiantare per via del terreno inzuppato – lamenta Roberto Tusarelli, agricoltore di Galliera – e non so quando potrò entrare nel campo”. Andrea Manzini di Crespellano, produttore di fragole, segnala grandi quantitativi di frutti deteriorati dalla pioggia prolungata. “Purtroppo anche quelle coltivate in serra hanno risentito del freddo: insomma, una annata da dimenticare”.
Un vero e proprio allarme nel comprensorio della ciliegia tipica dove la prolungata bagnatura dei frutti ha praticamente compromesso le varietà precoci e sta deteriorando anche le più tardive. “Ci salviamo con i teli protettivi – aggiunge Dante Reggianini, cerasicoltore di Vignola – ma ora serve il caldo per migliorare la qualità dei frutti”. Dei danni provocati dal maltempo se ne è occupata anche Rai 3 che con una troupe di ‘Agorà’ ha riportato la situazione difficile facendo visita a Claudio Bazzani, anch’egli frutticoltore di Vignola e uno dei tanti che segnalano l’azzeramento della produzione cerasicola. La Cia chiede quindi che venga attivato lo stato di calamità naturale “anche perché – conclude il presidente della Cia di Modena, Alberto Notari – molte imprese a causa del mancato reddito probabilmente non riusciranno a far fronte ad impegni finanziari relativi ad investimenti aziendali”.