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COMUNICATI STAMPA EMILIA CENTRO

Calo produttivo, collasso delle piante e cambiamento climatico compromettono un comparto strategico per l’agricoltura modenese

pera Abate
Mercato delle pere in crisi, Notari (Cia Modena):” Gli agricoltori devono fare ‘cartello’ e superare campanilismi”
“Le aggregazioni vanno implementate se si vuole garantire un futuro commerciale ad una produzione tipica come la pera Abate

“Perché gli agricoltori non riescono a fare ‘cartello’? Praticamente tre province dell’Emilia Romagna, Modena, Ferrara e Bologna, producono la quasi totalità delle pere, ma l’aggregazione, quella commerciale, non decolla veramente”.

Esprime rammarico il presidente di Cia-Agricoltori Italiani di Modena, Alberto Notari, che lamenta la mancanza di determinazione nel raggiungere in tempi rapidi forme di collaborazione che portino vantaggio ai frutticoltori, minacciati da mercati volatili ed anche da cambiamenti climatici nonché da nuovi parassiti. “Come è possibile – si chiede Notari – che non si riesca a trovare una ‘sintesi’ tra gruppi cooperativi, che sono i maggiori detentori in Emilia Romagna delle produzioni ortofrutticole, per raggiungere volumi significativi di prodotto al fine di non subire passivamente i mercati? Molti passi in avanti sono stati fatti, ma ancora la massa critica necessaria per essere incisivi sui mercati non c’è”.

Quest’anno la campagna pericola è caratterizzata inoltre da cali produttivi – si stima la perdita di circa un terzo, soprattutto di Abate, la ‘regina’ delle pere – e problemi fitosanitari come un tipo di maculatura, non ancora chiaramente identificata.

“Un malefico mix di fattori, compreso quello climatico – spiega Notari – ha generato un collasso delle piante di pere, soprattutto Abate, che in primavera non hanno germogliato, costringendo i produttori a sostituire percentuali elevate di piante. Il calo produttivo è generato anche da questo fattore quindi, con un conseguente aggravio di costi per le imprese”.

Sul tema prezzi di un frutto di cui l’Emilia Romagna è pressoché detentrice, Notari fa un appello: “Occorre uno sforzo comune tra imprese cooperative e agricoltori – conclude – affinché si superino i classici campanilismi, spesso alla base di divisioni anacronistiche”.

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