Vino settore di punta dell’Emilia Romagna: è 7,3% della Plv agricola
Claudio Ferri
Da Dusseldorf, palcoscenico tedesco del vino, a Vinitaly di Verona – non meno prestigioso teatro delle eccellenze enologiche internazionali, la presenza delle aziende emiliano romagnole è puntuale e mette in evidenza la predisposizione verso i mercati internazionali. Alla rassegna veronese le imprese vitivinicole dell’Emilia Romagna hanno premuto l’acceleratore sulle numerose etichette che contraddistinguono la regione, dai frizzanti bianchi e rossi, ai classici calici fermi. Il vino è indubbiamente uno dei settori di punta dell’agricoltura dell’Emilia Romagna, con una produzione lorda vendibile (Plv) di 315 milioni di euro (dati 2016), il 7,3% sul totale di oltre 4,3 miliardi di euro.
I vigneti si estendono in regione su circa 51.000 ettari coltivati da circa 19 mila aziende. Ravenna è la provincia con la più ampia superfice coltivata (29,9%), seguita da Modena (15,5%), Reggio Emilia (15,4%), Forlì-Cesena (11,6%), Bologna (11,4%), Piacenza (10,2%), Rimini (3,7%), Parma (1,1%) e Ferrara (1%). I cinque vitigni più diffusi sono: Trebbiano (29,1% delle superfici), Sangiovese (13,2%), Lambrusco Salamino (9,8%), Ancelotta (8%) e Lambrusco Grasparossa (circa 4%).
Tra i vini più venduti nel 2017 nei supermercati è il Lambrusco in testa alla classifica regionale, il principale canale distributivo. Le vendite hanno superato i 13,1 milioni di ettolitri in bottiglie da 0,75 litri (0,1%), per un valore di oltre 47 milioni di euro (+2,9%). Il 48,9 per cento del vino prodotto dell’Emilia Romagna ha una denominazione comunitaria: i Doc rappresentano il 21,4% (sono 18), mentre quelli Igt sono il 27,5% (9). La restante parte è destinata a vini da tavola e vini varietali. Due vini (Albana di Romagna e Pignoletto classico dei Colli bolognesi) hanno invece la denominazione di origine controllata e garantita (Docg). Il comparto vitivinicolo in Emilia Romagna rappresenta oltre il 6% della Plv regionale e dà lavoro a 150 mila addetti.
Il vino fa da traino anche turismo, sempre più interessato alla ricca offerta dell’Emilia Romagna. “Le aziende vitivinicole dell’Emilia Romagna, negli ultimi anni, hanno fatto grandi investimenti e sono in grado di accogliere i tanti turisti che sempre più numerosi arrivano nella nostra regione – spiega Pierluigi Sciolette, presidente della Enoteca Regionale Emilia Romagna. Sulla sostenibilità ambientale – aggiunge Sciolette – ci preme sottolineare che stiamo lavorando, per primi in Italia, per realizzare, in collaborazione con la comunità scientifica e le principali università regionali, una certificazione di sostenibilità territoriale sociale”.
Cresce anche il vigneto in Emilia Romagna: l’esito del bando unico nazionale del ministero delle Politiche agricole per l’assegnazione gratuita per il 2018 di appezzamenti aggiuntivi da coltivare a vigneto ha infatti concesso le autorizzazioni per l’impianto di nuovi vigneti a 2.471 aziende che si erano messe in lista, per una superficie complessiva di 513 ettari, cioè l’intera quota assegnata all’Emilia Romagna per il 2108, pari all’1% della superficie vitata regionale, come prescrive la normativa europea. Di questi 513 ettari di nuovi vigneti, 77 sono stati appunto autorizzati a vantaggio di 34 viticoltori biologici in possesso dei requisiti previsti dal bando nazionale, sulla base di un criterio di priorità stabilito dalla Regione, che ha accolto al 100% le loro richieste.
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