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ANP IMOLA: potenziare una sanità pubblica universale e garantita

Anche la sanità imolese è stata messa a dura prova dalla gestione dell’emergenza da Covid-19 e, come tutto il sistema emiliano-romagnolo, ha retto l’urto in maniera soddisfacente, dimostrando ancora una volta che la nostra Regione mantiene livelli molto alti di assistenza sanitaria.

Ma, secondo l’Associazione Nazionale Pensionati di Cia Imola, i problemi non sono mancati e sono problemi che arrivano da lontano, come spiega Marta Brunori, presidentessa dell’Associazione.

“Dagli anni ’90 ad oggi sono stati tagliati nella nostra Regione 70mila posti letto e si è andati verso una costante privatizzazione del nostro sistema sanitario. Questa progressivo spostamento da un’assistenza pubblica universale a quella privata si è manifestata, nel corso degli anni, con la difficoltà ad accedere alle visite specialistiche più urgenti e alla diminuzione dell’assistenza domiciliare, soprattutto nelle aree rurali più isolate. Nei mesi scorsi questo gap è diventato ancora più evidente quando sembrava che i posti di terapia intensiva non fossero sufficienti per curare tutti i malati di Covid-19. Poi, certo – continua la Brunori – i nostri amministratori e il nostro personale sanitario, che ringrazio, sono riusciti a rimediare. Ma se la politica della privatizzazione non avesse prevalso negli ultimi anni, non ci sarebbe stato bisogno di sentire i medici affermare che avrebbero dovuto scegliere, a un certo punto, chi curare. Scelte eticamente inconcepibili, anche perché parliamo soprattutto delle vite di persone anziane, con tutto il diritto di venire assistite come quelle giovani.

Le tematiche sanitarie sono da sempre al centro dell’agenda dell’Associazione, che lotta da molti anni per ottenere che ai pensionati agricoli e non solo, sia concessa adeguata assistenza e una vita attiva e dignitosa.

“Sappiamo che serviranno molti investimenti per il personale, le strutture, il potenziamento dell’assistenza domiciliare e per la ricerca scientifica. Noi proponiamo di recuperarle attraverso una lotta senza precedenti agli evasori fiscali e riducendo le spese militari. Abbiamo fatto le stesse richieste a Ottavia Soncini, presidente della Commissione Sanità del Consiglio Regionale, che ha partecipato alla nostra Giunta Regionale, perché pensiamo che il dialogo continuo e costruttivo con la Regione sia essenziale. La vita e la dignità delle persone deve essere al centro degli interessi della politica e perché succeda occorre ritornare a una sanità universale, che garantisca le cure a tutti. Non è possibile che chi ha urgenza di essere curato debba rivolgersi alla sanità privata per le visite specialistiche, mentre chi non può permetterselo perché ha la pensione minima, come succede a molti pensionati agricoli, deve attendere anche diversi giorni o mesi. Anche l’assistenza diretta dei malati nelle loro case – conclude la presidentessa di Anp Imola – è essenziale. Se ci fosse una rete di tutela e accompagnamento quotidiana più forte, forse ci sarebbero meno anziani nelle case di riposo, uno dei luoghi dove il Covid ha colpito più duramente. La nostra associazione continuerà a battersi e a tutelare i nostri pensionati e a non lasciarli soli, perché il diritto alla salute è inviolabile e deve venire prima di tutti”.

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